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(Prefazione) Un vero politico va oltre gli steccati che la politica di basso valore prima genera e poi trasforma, e guarda alla sostanza di un suo ragionamento.
Carlo Calenda in questo caso fa un "velato endorsement" verso Zaia, forse inopportuno in questa
anomala campagna elettorale, ma vero anche che un cavallo di razza, come sembra essere Carlo Calenda, conoscendo la sua storia personale, non bada a certe bassezza e va oltre l'ostacolo.
Questo, a mio parere, deve fare un vero leader nella realtà e nella sostanza; l'importante che sappia acquisire la leadership sul campo reale, fisico, in mezzo alla gente e molto poco in quel lerciume (per la politica intendo) del mondo virtuale che certi personaggi hanno insozzato con le loro teorie di falliti spin-doctor.
L'importante anche che sappia distinguere e quindi eviti sempre, come la peste o il corona-virus (più di moda), i politici traditori che acquisiscono posizioni di privilegio ingannando l'elettorato con false promesse o peggio, compiendo veri e propri "colpi di stato" truccando simboli e cambiando statuti così da fare esattamente il contrario del dire per cui sono stati eletti... come ha fatto il PD del "pacioccone" Zingaretti.
La politica oggi ha bisogno di "vera serietà" dopo che ha conosciuto il marciume e il fallimento del "consenso comprato (like)".
(Tratto da: Libero.it del 28 agosto 2020)
Carlo Calenda si converte alla Lega? Quasi. In realtà il leader di Azione non può fare a meno di elogiare Luca Zaia. "Il centrodestra si meriterebbe uno come lui. Di più: ne trarrebbe vantaggio il Paese. E pure il centrosinistra. Zaia è un buon amministratore. Durante i mesi terribili del lockdown si è mosso molto bene. Non mi stupirei se arrivasse al 70 per cento di consensi. Ma la smetterei di sventolare l’autonomia come una bandiera ideologica. E guai a far credere ai cittadini che sia la panacea di tutti i mali", esordisce intervistato dal Corriere del Veneto.
Tanti infatti i rumors che vedono il governatore come unico competitor dell'attuale leader del Carroccio, Matteo Salvini: "È evidente - prosegue in merito alla questione l'ex piddino - che la Lega di Zaia, impegnata sul buon governo del territorio, non ha niente da spartire con quella di Salvini, capace solo di urlare contro i migranti e l’Europa. Per carità, un conto è guidare una regione, altra cosa assumere una leadership nazionale".
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